Gianni Caproni

Pioniere dell’aeronautica

Il 3 luglio 1886 nasceva, a Massone di Arco, Gianni  Caproni. La sua era una famiglia benestante: il padre  Giuseppe, geometra, era apprezzato per la professionalità  e le sue grandi doti umane.

strutturaaereo casaCaproni Caproni CA12

Dopo aver frequentato le Scuole Reali a Rovereto, Gianni  Caproni si iscrisse, diciassettenne, al Politecnico di  Monaco di Baviera ove si laureò in ingegneria civile nel  1907. Egli era affascinato dalla nuova arte del volo che  stava “decollando” (è proprio il caso di dirlo!) in quegli  anni in Europa. A Liegi egli conseguì un diploma in  ingegneria elettrotecnica e poi soggiornò per qualche  tempo a Parigi. Nella capitale francese potè assistere a  qualche esperimento di volo ed avvicinò i primi illustri  esperti d’aviazione. Tornò ad Arco con il desiderio  fortissimo di realizzare una “macchina volante”. Costruì  il suo primo biplano con l’aiuto di alcuni artigiani  locali; poi smontò il suo prototipo e lo fece trasportare  nella brughiera della Malpensa. Assistito dal fratello  Federico (laureato alla Bocconi di Milano), realizzò un  piccolo hangar, trovò un giovane coraggioso che fece  volare il Ca 1; era il 27 maggio 1910.

Iniziava per Gianni Caproni una vita carica di grandi  soddisfazioni e di amare delusioni. Inizialmente la sua  genialità non trovò molto credito presso il Ministero  della Guerra italiano; ed anche qualche socio, che gli  aveva fornito il proprio appoggio economico, lo abbandonò.  Poi i suoi aerei cominciarono a recare un contributo  importante nelle vicende del Primo Conflitto Mondiale a  tal punto che Gianni e Federico Caproni vennero condannati  dal Tribunale di Innsbruck per alto tradimento, in quanto  cittadini austriaci.

Terminata la guerra, Gianni Caproni si dedicò alla  realizzazione di velivoli sempre più potenti che  superarono record di volo e di altitudine; l’ingegnere di  Arco brevettò ben 170 modelli diversi di aereo. Essi  vennero impiegati nell’aviazione militare e commerciale.  Le industrie Caproni giunsero a controllare quaranta  organizzazioni produttive, in Italia e all’estero, con un  impiego di circa 45.000 persone. Negli stabilimenti creati  da Gianni Caproni trovarono lavoro molti giovani di Arco,  sfuggendo così a pesanti situazioni di miseria. Essi erano adeguatamente preparati al nuovo lavoro frequentando la Scuola industriale di Arco, creata e finanziata da Gianni Caproni. Va poi  ricordato il suo grande amore per la natura e per i monti  che circondano Arco; egli affittò ben seicento ettari di  terreno comunale quasi totalmente improduttivo per  procedere a lavori di rimboschimento, dando lavoro, anche  in quest’occasione, a decine e decine di disoccupati.

I frutti splendidi di questa impresa ciclopica sono ora sotto gli occhi di tutti; le migliaia di piantine messe a dimora negli anni Quaranta sono ora diventate alberi maestosi.

All’inizio degli anni Cinquanta Gianni Caproni vide il  rapido tracollo delle sue industrie; morì a Roma nel 1957.  Alla sua memoria sono dedicati il Museo dell’aeronautica  ed il campo di aviazione di Trento.