Sentiero del Giogo

Tempo di percorrenza: 2 h e 20′
Lunghezza:  Km. 5,250.
Dislivello:  mt. 426
Quota massima:  mt. 576

Il sentiero del Giogo parte dietro la chiesa di S.Floriano a Bolognano ( o dal campo sportivo di Bolognano) sinistra e poi destra fino a raggiungere il capitello “dele quatro face*” in località Gambòr e poi la “Pontèra (salita ripida) dei Richi” chiamata così per ricordare i 4 Enrico che hanno contribuito alla sua realizzazione: Ioppi, Gavatta, Morandi e Michelotti. Alla fine dell’olivaia sale il sentiero del Giogo vero e proprio. Dopo aver lasciato a sinistra alcuni “coeli” (ripari sottoroccia), il sentiero prosegue e arriva al “Pian de la Pirla” nei pressi di una casa. Dopo un breve tratto in piano il sentiero gira a sinistra su una vecchia mulattiera, passa per le “tassere” (in questa zona si trovano infatti numerose tane di tassi **) e arriva alla curva di Ir, sulla strada asfaltata di Velo.
Qui si gira a sinistra e il sentiero ripete un tratto del sentiero dei Paloni. Si attraversa il torrente Rì che scende dalla val d’Ir e si arriva ai piedi di una pietraia. Da qui, con la parete di fronte, si intravvede un sentierino a sinistra che prosegue con una breve discesa per poi salire tenendo a destra la parete. Si passa in uno stretto passaggio fra due rocce per poi arrivare ad un punto panoramico con meravigliosa vista sulla valle del Sarca e alla partenza di alcune falesie. Ora si entra nel bosco e si prosegue arrivando in Pezzòlo, dove si trovano due “baiti” immersi in un castagneto incrociando a sinistra il sentiero dei Giogo che sale da Massone. Qui, dietro il baito più grande, bisogna cercare con attenzione il sentiero che scende abbastanza ripidamente a sinistra fra i castagni e la zona dei Patuzzi e che poi diventa mulattiera. A sinistra possiamo osservare gli interessanti e numerosi muri a secco che delmitano la proprietà Caproni. Arriviamo quindi in località “Pàveri”, dalla quale partono numerose stradine. A sinistra si scende a Massone nei pressi delle case ITEA e, continuando sempre a sinistra, possiamo ritornare al punto di partenza tenendo la chiesa di S.Floriano come punto di riferimento.


Il capitello “dele quatro face” (da “I capitelli della mia valle” di Umberto Proch).
Dagli esami di alcuni reperti del vecchio affresco trovati durante i lavori di restauro (1986 circa), si presume che il periodo di erezione del Capitello possa risalire al XVIII secolo. All’interno delle quattro nicchie o “face” del Capitello sono stati realizzati dei nuovi affreschi e precisamente: nella nicchia rivolta a est è raffigurata l’Annunciazione dell’Angelo a Maria; nella nicchia rivolta ad ovest, in direzione di Arco, è rappresentata una scena della “Crocifissione di Gesù”; infine in quella rivolta verso nord, si trova un affresco raffigurante la Risurrezione di Cristo. L’intera opera è stata ultimata nel settembre 1988.

** Il tasso È un animale tozzo delle dimensioni di un cane di media taglia, con un’altezza al garrese di 30 cm. Il peso varia molto con la stagione: 9-20 kg per il maschio e 6.5-14 kg per la femmina. La pelliccia (grigia, fatta di lunghi peli radi) ricopre tutto il corpo. La testa è bianca, con due righe nere evidenti, che partono leggermente sopra il muso inglobando occhi ed orecchie e che rendono questo animale inconfondibile. I tassi sono più sociali degli altri mustelidi. Essi occupano tane composte da estesi sistemi di passaggi sotterranei con parecchie uscite all’aperto. Queste sono usate e spesso allargate da successive generazioni (anche per centinaia di anni) e quindi ne risulta una grande quantità di detriti accumulati davanti all’entrata. La più grande tana di Europa risulta occupare un territorio di mezzo ettaro. Ogni entrata ha un diametro di circa 20 cm e il grande accumulo di terra che ha davanti e che la rende facilmente riconoscibile, contiene solitamente dei caratteristici peli bianchi e neri. Il tasso è di abitudini prevalentemente notturne. È onnivoro in estate-autunno, diventa carnivoro d’inverno, quando si dedica quasi esclusivamente alla ricerca dei vermi di terra (può mangiarne da 100 a 200 in una sola notte). Si ciba occasionalmente anche di insetti molluschi, arvicole, talpe, conigli, rane, carogne e vegetali. Esplora minuziosamente l’ambiente col naso a terra e zigzagando in tutte le direzioni alla ricerca del cibo. Il tasso è meno attivo negli inverni freddi ma non va in letargo.

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