Lungo la strada forestale, di recente realizzazione, si può salire da Pianaura verso Troiana. Per chi vuole immergersi ancor più nel verde è consigliabile l’antica mulattiera lastricata che si diparte sulla sinistra, poche decine di metri dopo Pianaura. Si arriva così, tra cespugli di ginepro, lecci, frassini e castagni, alla pozza di Calabion, una tenue sorgente d’acqua, un tempo luogo di sosta obbligatorio per i carri che salivano al monte. Questo luogo è ricordato negli antichi statuti di Arco.
Proseguendo ci si immette sulla nuova strada forestale. Un crocifisso in legno saluta il passante che si affaccia nella valletta di Troiana. Circa l’origine del toponimo si formulano diverse ipotesi. Ambrogio Franco nel Seicento scriveva “Turbiniana, ma il popolo dice Troiana”; qualche altra fonte cita l’esistenza di una torre. Di certo si sa che questa piccolo gruppo di case allineate al margine settentrionale di un grande prato era, fino al 1821, Comune autonomo, dotato di un proprio statuto. In quell’anno l’imperial regio Capitanato Circolare decise la sua unione con Arco «ritenuto che si tratta di un comune d’assai ristretta estensione di terreno e quasi senza popolazione e che tutto il territorio è per ogni dove circondato da quello della città di Arco».
Nel piccolo centro si trova la chiesetta di S. Lorenzo; le prime notizie su questa chiesa risalgono al 1606, anno in cui si ritiene sia stata avviata la sua edificazione. Qualche decennio dopo si costruì accanto alla chiesa un romitorio, che ospitò nel corso dei secoli successivi diversi eremiti.
Ma tracce di una chiesa più antica si trovano sul monte Ben, ad Ovest di Troiana. Il sentiero più comodo per raggiungere questo sito, di grande interesse storico, parte dalla prima ampia curva sinistrorsa che descrive la strada che da Troiana sale a Carobbi. Il sentiero è pianeggiante e si inoltra in un bosco di roveri, noccioli e castagni. Dopo aver percorso circa trecento metri si arriva in un pianoro che presenta il perimetro di una piccola chiesa, con l’abside ed il pavimento lastricato con grandi pietre. Questa chiesa fu voluta probabilmente dalla comunità cristiana di Troiana ed edificata in quel luogo distante dalle abitazioni per nasconderla a minacce esterne, derivanti da popoli pagani invasori. Oppure la scelta del luogo (un colle) rappresentava il culmine di un certo itinerario religioso e quindi la chiesa poteva avere funzione di santuario.
Tornati sulla strada principale si arriva in breve a Carobbi, il “regno” di Gianni Caproni. Qui il pioniere dell’aeronautica aveva riedificato la casa di montagna della sua famiglia; egli era inoltre proprietario di prati e boschi. In un grande prato che si affaccia come un balcone sul Basso Sarca si erge tuttora una torre in pietra da lui fatta costruire come punto d’osservazione e come luogo privilegiato per ascoltare le prime trasmissioni radio.
Da Carobbi si scende poi verso il paesino di Braila, attraversando un magnifico bosco di faggi con un’antica fonte. Da Carobbi parte inoltre la lunga strada forestale che porta in località Vallestrè e poi a Malga Campo oppure, costeggiando tutto il fianco montuoso dello Stivo, in Velo. Braila è una frazione del comune di Arco; un tempo abitata stabilmente da alcune famiglie, ora è invece soprattutto luogo di soggiorno estivo. Isolata, su un poggio, sorge la chiesa della Madonna del Carmelo.
Nello scendere verso “Braila bassa” si possono osservare le due calchère recentemente ricostruite dal Servizio Ripristino Ambientale della Provincia Autonoma di Trento.
A questo punto, per completare l’itinerario si offrono due alternative. O tornare verso Sud lungo la strada che da Braila bassa, attraverso la gola del Londri, porta a Pianaura operando eventualmente una deviazione verso il suggestivo pianoro di Maso Bè, oppure scendere verso Nord sulla strada per Drena.
Qui sarà possibile visitare il Castello e ammirare dall’alto il paesaggio suggestivo delle Marocche, uno dei più imponenti fenomeni franosi d’Europa.