Dopo le piante spontanee e quelle coltivate per l’alimentazione dell’uomo, è il verde dei giardini e dei parchi, il verde “d’ornamento” che occupa un posto di riguardo nell’ambiente di Arco, anche se la netta distinzione fra i tre settori risulta molto spesso difficile da compiere. Infatti può accadere che una pianta messa a dimora in un giardino si diffonda ed attecchisca in modo spontaneo anche altrove (l’esempio più classico è quello della palma della Cina); come si può ritrovare un pergolato di viti o di kiwi in un giardino, creato sia per avere una produzione familiare di frutta che per ottenere zone d’ombra.
Ad Arco i giardini pubblici vennero realizzati all’epoca del Kurort (dal 1872 in poi), nello spazio a Sud e Sud-Ovest della chiesa collegiata, su progetto dell’ing. Saverio Tamanini, per una loro fruizione nelle diverse situazioni stagionali.
A Sud di piazzale Segantini vi sono infatti i giardini d’estate con conifere e piante caducifoglie dall’ampia chioma; fra esse si distingue un imponente cedro dell’Himalaya. In questi giardini sono presenti il monumento a Giovanni Segantini e quello ai caduti di guerra. Inoltre vi sono alcune strutture per il gioco dei bambini.
Nell’area sud del Casinò Municipale si aprono invece i giardini d’inverno. Un lungo viale di palme della Cina, sul cui tronco sono avviluppati gelsomini o rose, invita al passeggio. Altre isole di verde sono rappresentate dal bananeto e da un gruppo di palme da dattero.
È in questi giardini che è collocato il piccolo osservatorio metereologico. In questo stesso viale, ai tempi del Kurort, gli ospiti passeggiavano ascoltando un’orchestra che suonava sotto il gazebo; vi era un tale rispetto per quello spazio che era assolutamente vietato fumare.
A far da connessione fra i due giardini vi è la zona verde antistante la Villa Igea (sede centrale della Cassa Rurale di Arco); il giardino, realizzato di recente, presenta molte varietà sia arboree che arbustive, raggruppate in ambientazioni caratterizzanti.
A Nord del Casinò Municipale vi è il Viale delle Magnolie che conduce da piazzale Segantini alla “Rotonda” dov’è posto, circondato da una corona di cipressi, il monumento all’Arciduca Alberto d’Asburgo.
Ma se il verde pubblico è concentrato nell’area sopra descritta, il verde “privato” è invece disseminato lungo direttrici diverse. Questi giardini sono stati voluti per abbellire per lo più le splendide ville del Kurort.
I proprietari facevano a gara per possedere qualche varietà mediterranea particolare o addirittura esotica. Anche se la loro fruizione non è consentita al pubblico (salvo autorizzazione del proprietario) essi rappresentano un valore inestimabile per il patrimonio naturale di Arco. Come non ricordare allora il parco dell’Istituto Bellavista lungo la via XXIV Maggio, o quello della Villa Angerer (ex Sanaclero) a Chiarano, ricchi entrambi di varietà rare.