Fra i tanti itinerari che vengono indicati in questa guida ve ne sono alcuni che rappresentano forse lo stadio intermedio fra percorsi che richiedono solo desiderio di camminare ed un’attrezzatura da buon escursionista e le ascese impegnative sulle pareti rocciose dei monti del Basso Sarca. Fra questi, la via del 92° Congresso della S.A.T. 1986, tracciata da Giuliano Emanuelli, rappresenta forse il “fiore all’occhiello” che la locale sezione della S.A.T. presenta agli appassionati di montagna (p.s.: non è però un sentiero S.A.T.).
Il percorso è situato lungo la dorsale di Sud-Est del Monte Baone, a fianco del grande liscione su cui (per ora!) campeggia la scritta “Tata ti amo”.
Alla partenza della salita si può arrivare sia attraverso un sentiero nell’olivaia (vedi itinerario da Arco a Romarzollo) sia salendo da Chiarano (anche in automobile).
Dei segni rossi permettono di affrontare un primo torrione di roccia articolata che presenta difficoltà di 1° e 2° grado. Esistono, a dir il vero, alcune varianti (tutte segnalate) ma esse non superano mai il 3° grado inferiore. Superata questa asperità si prosegue abbastanza tranquillamente in un ambiente integro e selvaggio. Dopo una sella erbosa si continua, guidati sempre da numerosi segnali, su una sequenza di paretine esposte di ottima roccia, ricca di fenomeni carsici superficiali come: vaschette di corrosione, inghiottitoi, scanalature superficiali ecc. In questo tratto inizia la variante “Luisa” più impegnativa ed aerea della via originale. La via normale, rimanendo sul bordo della parete orientale e superando una larga cengia boscosa, arriva ad un terrazzino. Superando un leggero strapiombo, ottimamente manigliato (3° grado) si prosegue più agilmente; l’arrampicata è esposta ma mai difficile. Si arriva così ad una guglia. Ad essa si potrebbe giungere anche percorrendo la variante “Giuliana”. La roccia solida e l’abbondanza di appigli contengono la difficoltà di questa via nell’ordine del 3° grado.
L’itinerario prosegue, sempre indicato dalle segnalazioni, su una cengia che improvvisamente si restringe riducendosi alla larghezza di poche decine di centimetri; l’esposizione è notevole ed il procedere richiede la massima attenzione. Dove la cengia finisce, si sale sfruttando una fessura-camino (2° grado) di alcuni metri, fino a trovarsi sul crinale della parete. Si continua quindi in leggera salita fino a trovare ancora un’ultima difficoltà, costituita da una parete alta una ventina di metri, che può essere superata in diagonale procedendo da sinistra verso destra.
Ancora alcuni salti di pochi metri e si arriva alla croce, in vetta al Monte Baone; ottima è la visuale sul Basso Sarca fino al Lago di Garda. Nella discesa si segue il sentiero che porta verso Padaro per poi deviare a sinistra fino a incrociare un cordino metallico che aiuta scendere alcuni scabrosi scivoli di roccia. Si giunge così proprio nei pressi del punto di partenza.
È importante ricordare che questo percorso, anche se alla portata di tutti gli alpinisti, non è un sentiero ma una vera e propria salita su roccia con tutte le insidie e le difficoltà che essa comporta. Per affrontarla in piena serenità è quindi necessaria un’adeguata preparazione. Se si accompagnano dei “neofiti” sarà bene portarsi alcuni metri di cordino per approntare le dovute sicurezze.