Già si è trattato di questa amena località, posta a Nord dell’abitato di Arco, parlando delle chiese che fanno da corona alla Collegiata. Si raggiunge Làghel percorrendo via Fossa Grande, o via Stranfora, in direzione del Parco Arciducale, di Villa Palma e Villa Rosa. Superata quest’ultima residenza, ci si immerge nell’olivaia. A piedi si può percorrere la salita con i capitelli della Via Crucis che conduce verso il santuario, mentre con altri mezzi si percorre la strada che si diparte a destra. Interessanti sono, lungo quest’ultima via, gli imponenti muri a secco che sorreggono i terrazzi ai piedi delle pareti strapiombanti del M. Collodri. Sono testimonianza di un lavoro ciclopico, compiuto sicuramente con mezzi poveri, tanta fatica ed anche notevole ingegno.
Nei pressi della chiesa parte il comodo sentiero per il M. Collodri.—— Percorrendolo si può osservare la stratificazione della roccia e lo svilupparsi del sottobosco submediterraneo; sulla vetta l’erosione ha solcato, scavato, forato le rocce calcaree creando irreali micropaesaggi lunari. Accanto alla croce in ferro il nostro occhio può abbracciare tutto il Basso Sarca.
Se si supera invece la gola che porta al santuario, si apre davanti a noi l’incantevole valletta di Làghel. Qualche casa qua e là (quasi tutte ristrutturate in tempi recenti dopo decenni di abbandono), olivi e viti, la boscaglia, il pino nero e poi gli immancabili lecci a punteggiare le rocce.
Ma Làghel è anche, e soprattuttto, un interessante fenomeno carsico.
Al centro della valletta infatti, in caso di piogge abbondanti e ravvicinate, si forma un piccolo lago (di qui forse il toponimo) che poi scompare. Le acque stagnanti sono assorbite da un inghiottitoio e vanno probabilmente ad alimentare una sorgente sottostante. A detta di molti studiosi, Làghel è la dolina più grande di tutto l’arco alpino.
Altri fenomeni geologici osservabili sono l’erosione carsica sulle rocce che delimitano la strada, ed alcuni pozzi glaciali che, pur non essendo facilmente ossservabili da vicino, si possono individuare chiaramente sulla parete rocciosa che chiude ad Est la valletta. L’itinerario attorno a Làghel può essere circolare. Sul lato Ovest dalla strada principale si diparte un sentiero (n.408) che, attraversando un bosco di pino nero, porta fino alla sella che sovrasta l’abitato di Padaro. Da lì è possibile scendere a Padaro o raggiungere la parte alta del M. Baone o raggiungere Mandrea attraverso il “salt della cavra”. La strada principale prosegue entro un paesaggio realmente suggestivo fino alla località Fontane; nella parte terminale diventa un sentiero fino a collegarsi con la strada asfaltata del versante Est.
Vi è anche un percorso che attraversa Làghel, secondo un’ asse mediana. Inoltre, arrivati nel fondo della valletta, verso Nord, si può scegliere un sentiero che porta a Ceniga, in prossimità del ponte romano. Di lì si può tornare verso Arco lungo la strada di Prabi e visitare l’eremo di San Paolo e la chiesa di S. Apollinare.