Uno dei tanti itinerari per avvicinarsi al Castello di Arco è il sentiero in pietre rosse e terra battuta che si snoda, sinuoso, lungo il pendio che, verso Sud, collega le mura che cingono l’antico maniero al borgo raccolto intorno alla rupe. Questa parte di olivaia è, da sempre, denominata la Costa. Ad essa si arriva salendo la scalinata che parte poco distante dalla piazza 3 Novembre, oppure dal vicolo delle Ere nei pressi della piazzetta S. Giuseppe. Ma questa balconata sulla valle si raggiunge anche da via Orbia (la parte terminale di Via Stranfora) o dai tanti vicoli che si dipartono da via Stranfora in direzione del Castello.
Quest’area è stata particolarmente colpita dal gelo del 1985 e, immediatamente dopo, dalla fumaggine. Soffriva di uno stato di abbandono terribile; i rovi ed altre piante infestanti la facevano da padroni. Poi un progetto di lavoro a scopo sociale ha dato la possibilità ad alcuni giovani di compiere una prima opera di pulizia e di messa a dimora di varietà arboree diverse. Successivamente il Servizio di Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento ha provveduto alla ricostruzione dei muretti a secco pericolanti ed all’installazione di panchine e tavoli.
Il sentiero si apre sulla valle a metà strada circa fra il Castello e la piazza di Arco. Sul pendio sottostante il primo spazio di sosta vi sono molte agavi, variegate e verdi. Queste piante hanno trovato in quest’area un habitat ideale e si propagano molto facilmente. Esse assumono anche dimensioni rilevanti; quando alzano verso il cielo il loro gigantesco fiore si preparano a morire. Tutt’intorno però stanno già crescendo nuove piantine. Il sentiero che sale dalle Ere si congiunge a quello principale nella zona dove esisteva fino al Settecento l’antica chiesetta dedicata a S. Stefano. Gli olivi rimangono la presenza costante, ma qui vi sono macchie di oleandro e di alberi di Giuda.
Lungo il sentiero che sale dolcemente crescono piante di lavanda, di ruta e di menta. In una parte pianeggiante del sentiero, circondato da grandi arbusti di ginestra, si può osservare l’Oltresarca dominato dal M. Stivo. Nella campagna, vicino al paese di Bolognano, è ben individuabile l’antica chiesa di S. Floriano.
Lungo il sentiero vi è, in più punti, la possibilità di sostare. E poi si sale ancora in un crescendo di muretti a secco, di cespugli di forsizia e di rosa canina. Si può osservare il taglio di qualche pianta d’olivo malata e la cura dei polloni, o l’esecuzione di qualche innesto.
Quando si è quasi giunti in prossimità del Castello, il sentiero si spinge verso Ovest e la prospettiva cambia ancora. Di fronte si può ammirare l’olivaia ai piedi del M. Baone, più sotto la grande macchia verde del parco arciducale e poi il rione antico di Stranfora. Verso Nord-Ovest vi è la gola che porta verso Làghel, sovrastata dalle splendide rocce del Collodri.
Alti cespugli di corbezzolo invitano a salire lungo la stradina che porta al Castello, mentre il sentiero termina in una piazzola che si affaccia verso Est. Si può discendere percorrendo lo stesso itinerario compiuto nella salita, oppure scegliere la strada più ampia che porta al rione di Stranfora e visitare il Parco Arciducale in Via Fossa Grande.