Sentiero ENEL

Tempo di percorrenza: 1h e 50′
Lunghezza: 3,39 Km
Dislivello:107 mt.
Quota massima: 407 mt.

Il sentiero ENEL parte nei pressi della Casa di caccia del C.N.G.E.I. A destra imbocchiamo la strada che porta a Ceniga e subito dopo, ancora a destra, giriamo salendo. Dopo aver superato una casa ci troviamo a sinistra una delle numerose falesie di Làghel. Dopo circa 20 minuti incrociamo a destra il sentiero 431 che sale da Làghel. Noi, invece, proseguiamo a sinistra e subito arriviamo ad un altro bivio. Qui abbandoniamo il 431 e prendiamo il sentiero ENEL che scende a destra. Il sentiero è stato tracciato dall’ENEL per provvedere alla manutenzione dei tralicci elettrici che scendono in località Malapreda. Qui dobbiamo fare molta attenzione perché le vecchie opere metalliche (cordini, scale e protezioni) sono in uno stato di completo abbandono e pertanto è meglio non fidarsi troppo.
Il tratto disagiato non è particolarmente lungo, ma presenta alcuni brevi tratti esposti che se affrontati con la dovuta attenzione e cautela non presentano alcuna difficoltà. Non è adatto ad essere percorso con animali o con bambini piccoli. Scendiamo con la vista che abbraccia Ceniga e Dro fino ad incrociare a sinistra la strada che proviene dal ponte romano di Ceniga. Continuiamo a sinistra e incrociamo nuovamente il sentiero 431 che prendiamo girando a sinistra e saliamo verso Naróncolo.
Alternativa: se invece decidiamo di scendere in 5 minuti arriveremo al ponte romano di Ceniga e quindi possiamo raggiungere Arco da Prabi sulla strada asfaltata o, superato il ponte, attraverso la ciclabile sulla sponda sinistra del fiume Sarca. Procediamo sul tratto in salita in mezzo a zone detritiche con a destra le imponenti pareti di Ceniga con la soprastante zona di Mandréa raggiungendo Naróncolo e incrociando a sinistra il sentiero 431 che sale alla croce di Ceniga. Noi, invece, continuiamo e, dopo aver superato un tratto in salita sulla vecchia mulattiera fra castagni, lecci e altre piante, arriviamo al nostro punto di partenza alla Casa di caccia C.N.G.E.I.
Làghel, (da lago, laghello? o da lager, cioè campo?) Amena valletta a nord del castello di Arco, la località di Làghel è caratterizzata da una grande dolina che in particolari condizioni di piovosità si riempie di acqua dando origine ad un pittoresco laghetto che poi naturalmente si svuota.Tutt’intorno una natura per lo più rocciosa, carsica, che ha visto, col passare del tempo, la crescita di un bosco ceduo (carpini, frassini, roverelle) punteggiato qua e là da lecci sempre più numerosi, mentre sui terrazzamenti ripristinati dall’uomo si intravedono vigneti ed olivi. Non mancano le case, per lo più abbastanza vecchie (poche fortunatamente), che in gran parte sono state restaurate, testimoni dell’esistenza di alcune famiglie che vi risiedevano stabilmente e che sapevano trarre da quella natura non proprio prodiga quanto era loro sufficiente per una vita sì difficile, ma dignitosa e rispettosa dell’ambiente in cui vivevano. Macchie di pino nero ricordano il lavoro di rimboschimento del conte Gianni Caproni alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una comoda strada, che fa il giro ad anello di tutta la valle e che inizia con una caratteristica Via Crucis, è meta di residenti e turisti per una salutare e suggestiva passeggiata. Curiosa la storia di quella Via Crucis. Sistemata inizialmente lungo la Via, denominata per l’appunto “Capitelli”, in seguito è stata spostata, per allargare la strada, sul sinuoso percorso fra gli olivi che porta alla Chiesa di Làghel (risalente al 1725).