Giro del Bosco Caproni

Chi era Gianni Caproni

Gianni Caproni (Arco 1886 – Roma 1957), laureatosi in Ingegneria al Politecnico di Milano, compie i suoi primi esperimenti di volo nel cortile di casa sua a Massone di Arco. Nel 1910, alla Malpensa dove costruisce monoplani e biplani, avviene il primo volo. Da quell’anno, non senza difficoltà, inizia l’attività di produzione di aerei civili e poi di aerei militari. Le industrie Caproni conoscono tribolate vicissitudini nel corso delle due Guerre Mondiali, tanto che alla fine della Seconda sono costrette a chiudere, anche per i divieti degli Alleati. Di Gianni Caproni si ricorda pure l’interesse per l’attività agricola (notevole la sua azienda in Lombardia) e per la bonifica dei monti del Basso Sarca attraverso rimboschimenti con il pino nero (pinus nigra, austriaca). In via Mantova ad Arco vi è un’opera di fra’ Silvio Bottes che mostra un’elica su ruote a ricordo dei tanti progetti dell’illustre pioniere dell’areonautica italiana.

Raggiunta la Chiesa di S. Martino si percorre per poche centinaia di metri la strada in direzione palestra di roccia Policromuro, per poi prendere a sinistra il sentiero 668 che sale verso la località Vastré (lungo questo tratto sono da osservare, oltre alla vegetazione, vari fenomeni carsici e glaciali). Al primo bivio abbandoniamo il sentiero 668 e procediamo a sinistra verso le Cave Basse. L’ambiente naturale è stato leggermente intaccato dagli scalatori che hanno aperto alcune vie di roccia all’interno delle cave. Dopo una visita usciamo sul sentiero e ci immergiamo nel bosco di Vastré e il suo mirabile lecceto.
 Lasciamo a sinistra alcune piccole cave abbandonate e arriviamo alle maestose Cave Alte e alle ex case Caproni ora proprietà comunale. La prima casa all’uscita della Cava appare ristrutturata. Era l’abitazione degli scalpellini, gli abili maestri artigiani che estraevano la pietra. La seconda casa, che era l’abitazione degli ultimi proprietari delle cave, per il momento appare degradata. Nel 2017, anno di morte di Maria Fede Caproni (figlia dell’ingegnere Gianni), alla presenza del figlio e dei nipoti, la S.A.T. di Arco con il comitato dell’associazione “Oltre la Sarca” capitanata dal compianto Paolo Santuliana ha messo a dimora delle piante autoctone nel prato circostante. Seguiamo ora a destra il sentiero 667 della Maestra e al successivo bivio lo abbandoniamo e svoltiamo a destra, incrociando ancora a destra il sentiero 668 che sale dalla falesia Policromuro. Proseguiamo a sinistra su un tratto di strada cementato in salita e arriviamo sulla strada carrozzabile di Pianaùra, a valle di due abitazioni ristrutturate. A questo punto, seguendo a sinistra la strada, dopo poco si trova sulla sinistra della carreggiata uno slargo con un castagno secolare; in corrispondenza di questo sulla destra, attraverso il bosco, è visibile una parete rocciosa, ai cui piedi possiamo ammirare un affioramento ben levigato, sul quale appaiono le incisioni rupestri. Continuiamo sulla strada asfaltata raggiungendo Pianaura. Ora seguiamo le indicazioni per Braila e al bivio con il sentiero SAT 667 scendiamo nuovamente alle case Caproni. Percorriamo ancora per circa 30 metri il sentiero 667 in direzione Moletta e subito a sinistra svoltiamo sul percorso delle Trincee, ma al primo bivio che ci indica di svoltare a destra noi proseguiamo per il momento diritti per circa 50 mt. e sulla sinistra troviamo delle conformazioni glaciali, individuate grazie all’intuito dell’amico Bruno Perini e che meritano una breve visita. Ritorniamo quindi sui nostri passi e questa volta seguiamo a sinistra le indicazioni per le Trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale e recuperate grazie al lavoro degli Alpini di Arco e dei riservisti tedeschi Kreisgruppe di Oberhessen – Schotten, Nu.Vol.A. e dal Comitato “Oltre la Sarca” della Moletta come segno di pace e di amicizia. Numerose tabelle installate a cura del Parco Fluviale della Sarca ci illustrano le peculiarità del posto.
Dopo aver superato un punto panoramico, al successivo bivio svoltiamo a destra (se invece giriamo a sinistra torneremo nuovamente alle case) e in circa 15 minuti arriviamo sulla strada asfaltata per S. Martino e quindi alla fine del nostro itinerario.

 

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