Il tessuto urbano

Il centro storico di Arco è stretto a semicerchio attorno alla rupe con il Castello. Le vie principali hanno direzione Est-Ovest.

A partire dalla piazzetta S.Giuseppe,  IMG_8745 appena superato il ponte sul fiume Sarca, si percorre la via G.Segantini che conduce fino alla piazza 3 Novembre, con la chiesa collegiata, la fontana del Mosè, il Palazzo Nuovo e il Municipio. Parallele a quest’asse principale corrono, a Nord, la via Bettinazzi  e, a Sud-Est, la via Ferrera, la via S.Anna, e la via della Cinta. In via Bettinazzi (un tempo contrada del Frassino) vi è un’antica residenza dei Conti d’Arco (casa Calzà) con maestoso portale sormontato dallo stemma del ramo di Odorico. Quest’edificio fu un tempo sede del tribunale e delle prigioni ed abitazione per le guardie.

In queste strade è possibile ammirare alcuni splendidi portali, curati nella loro struttura, segno probabile di distinzione per il proprietario della casa. Queste vie sono intersecate da vicoli che ancora ci offrono scorci di borgo medioevale.

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Superata la Piazza, verso Ovest, si percorre via Vergolano e parallelamente la via del Dosso. La continuazione ideale e più antica di queste strade è la via Stranfora, la parte del borgo che era abitata un tempo soprattutto dai contadini, da qualche artigiano e da pochi, ricchi borghesi.

Anche qua troviamo imponenti portali, qualche affresco alle pareti, la grande fontana di cui si parla negli Statuti del XIII secolo. La via Stranfora, con i suoi vicoli e “portegheti”, termina nella piazzetta; si esce attraverso l’unica  superstite delle quattro porte antiche.

Se si vuol proseguire verso l’olivaia ed il Castello si percorre invece la ripida via Orbia.

Esternamente alla via Stranfora, verso Ovest, lungo la via Fossa Grande, si possono osservare i resti della cinta muraria medioevale; un tempo vi era un fossato. Nella seconda metà dell’Ottocento lo si colmò per realizzare una passeggiata per gli ospiti del Luogo di Cura. Di fronte alla porta di Stranfora vi è l’Arboreto (o Parco Arciducale); proseguendo ci si dirige verso Làghel.

Questo è il nucleo storico di Arco che risale ad epoca medioevale.

L’evoluzione urbanistica portata dall’avvento del Kurort ha creato l’importante direttrice verso Ovest (la via delle Ville, ora via Capitelli), i giardini pubblici a Sud del borgo con l’Hotel delle Palme (ora Ospedale Armani), il Casinò Municipale con la veranda, la Villa Igea (sede della Cassa Rurale di Arco).

Altri edifici vennero realizzati alla periferia, lungo le antiche strade per Torbole e per Riva.

Attorno a questi assi viari, si sono creati, a partire dagli anni Cinquanta  e Sessanta, nuclei di abitazioni che hanno colmato molti spazi riservati un tempo all’agricoltura.

Negli anni Sessanta, si è sviluppata  l’area industriale nella periferia Sud, in un territorio compreso fra il fiume Sarca e il Monte Brione.

Aree artigianali sono cresciute in località S.Giorgio e in località Madonna delle Grazie. Altra notevole espansione urbanistica si è avuta nel romarzollese. Negli ultimi anni lo sviluppo urbanistico di Arco ha investito soprattutto due direttrici; il sobborgo di Mogno e Caneve, ad Est della città, e la periferia Sud, lungo la strada statale 45 bis che collega Arco con Riva.

In questo tessuto urbano, in questa ragnatela di viali, strade e vicoli, sono posti, come tanti gioielli su un drappo di velluto, tesori preziosi di architettura, di arte, di cultura.

Le pagine che seguono li presenteranno; per il visitatore sarà un’occasione per scoprirli, per il residente per conoscerli meglio; per tutti sarà l’occasione di ammirarli.